Superbudda

Attivo

Superbudda Creative Collective, Via Valprato, Torino, TO, Italia

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>>> Intervista con Davide Tomat, producer, musicista, sound designer e componente del collettivo creativo Superbudda <<<

Superbudda è uno spazio multidisciplinare all'interno dell'ex complesso industriale Docks Dora e dal 2012 propone sperimentazioni musicali e artistiche d'avanguardia.

CF: Superbudda più che uno spazio è un collettivo, insediato in una delle aree ex industriali più interessanti di Torino: i Docks Dora, come nasce? Perchè Superbudda?

DT: Il nome Superbudda ha a che fare con la chimica. Infatti arriva dagli acidi degli anni novanta che avevano il Superbhudda disegnato sopra. Nasce nel 1992 come progetto musicale sperimentale , si nutre dell’ego dei musicisti e diventa un' entità a se stante, un luogo e un idea, che cambia, si evolve e si modifica in base all’habitat spazio temporale che lo ospita. Si insidia ai Docks Dora di Torino nel 2004 con l’identità di uno studio di registrazione per poi evolversi nella direzione odierna nel 2012 con l’occupazione degli odierni spazi.

CF: Cosa succede a Superbudda?

DT: E’ una domanda che ci siamo posti anche noi tante volte e credo che nessuno di noi abbia mai trovato una risposta definitiva. Forse la forma della casa o dell’habitat naturale è quella che abbiamo cercato con più determinazione rispetto ad altre forme. Credo che abbia prevalso la necessità di sentirsi a casa fuori casa, ma non la classica casa che vivi veramente tutti i giorni, piuttosto la casa che vorresti vivere sempre, nel mondo, ovunque, all’aperto, al chiuso, la casa ludica, piena di persone diverse, leggera e frivola ma allo stesso tempo profonda, interessante e creativa.

Superbudda Torino_013_by Antonio la Grotta 2019 for Club Futuro

CF: Una volta ho assistito a un concerto del produttore Fis insieme a Rob Thorne, che suonava a piedi nudi strumenti musicali tradizionali Neo Zelandesi in mezzo al pubblico. Qual’è per voi l’importanza di portare avanti una programmazione di questo tipo?

DT: E’ la necessità di portare a casa le cose che ti emozionano, in cui credi, le persone che stimi, gli artisti con cui vuoi confrontarti e parlare sia di cose semplici che di cose importanti. Cercare di vivere un po’ di quella porzione bella del mondo e portarla a casa.

"la casa che vorresti vivere sempre, nel mondo, ovunque, all’aperto, al chiuso, la casa ludica, piena di persone diverse, leggera e frivola ma allo stesso tempo profonda, interessante e creativa."

CF: Come vivono gli artisti l’esprienza Superbudda?

DT: Spero bene ma mi sa che dovresti chiederlo a loro.

CF: I Docks Dora stanno diventando sempre di più una specie di distretto musicale e creativo, in cui studi musicali e spazi performativi creano una specie di environment autosufficiente in un luogo architettonico molto suggestivo. Avete mai pensato a valorizzare questa vicinanza?

DT: Le abbiamo pensate tutte sui Docks Dora, prime fra tutte la declinazione Superbudda Town. Ci piacerebbe che l’intera area diventasse una fucina artistica di creazione e sperimentazione e devo dire che realtà interessanti continuano a crescere e ad alimentare i Docks Dora. Dal nostro punto di vista l’esperimento più interessante in questa direzione si è raggiunta con i Todocks Festival nel 2014. Per l’occasione molti spazi dei Docks Dora, sotto la nostra direzione artistica, sono stati occupati per ospitare musica elettronica e installazioni audio video sotto il cappello Todays Festival 2014. Artisti come Blank Mass, Sebastian Plano, Carlos Cipas, Eskmo, Clap Clap , Lapalux e Otolab hanno performato in diversi spazi dei Docks Dora, con la possibilità per l’audience di ascoltare i loro set in loco o di godersi la loro musica all’aperto tramite cuffie, monitorando visivamente le loro performance attraverso proiezioni sulle finestre dei locali, il tutto condito da creative mapping sulle facciate della struttura.

Superbudda Torino_004_by Antonio la Grotta 2019 for Club Futuro
Superbudda Torino_017_by Antonio la Grotta 2019 for Club Futuro

CF: Conosci altri spazi di questo tipo in Europa, c’è una qualche tipo di rete tra realtà che hanno visioni simili?

DT: Ci sono molti spazi in Europa di questo tipo, basta girare per le città più attive per rendersene conto. Però, viste le molteplici attività personali che svolgiamo al di fuori del Superbudda e considerato quanto cambia la natura stessa del Superbudda, per noi non è così facile creare rete con altre realtà simili in giro per l’Europa, perché non proponendo un attività costante diventa difficile far funzionare una rete di scambi sana e bilanciata.

"Ci piacerebbe che l’intera area diventasse una fucina artistica di creazione e sperimentazione e devo dire che realtà interessanti continuano a crescere e ad alimentare i Docks Dora."

CF: Vi chiedete mai come potrebbe essere il Superbudda nel futuro?

DT: Tendiamo un po’ a vivere alla giornata. In base alle nostre esigenze e passioni il Superbudda cambia, si evolve, regredisce , si apre e si chiude. Al momento siamo più concentrati sul progetto Superbudda come luogo di creazione. Per esigenze personali ultimamente ci siamo ritrovati ad aver bisogno più spesso di un luogo di produzione artistica e meno di una venue per ospitare altri artisti. Oltre ai vari progetti che porto avanti (SPIME.IM e TOMAT PETRELLA) abbiamo lavorato in collaborazione con vari artisti all’installazione a/v RETROAZIONE e a svariate colonne sonore di documentari. Sinceramente non la vedo come una chiusura verso l’esterno ma più come una apertura a collaborare con l’esterno per creare piuttosto che per ospitare. Quindi per come stanno andando le cose per un po’ potremmo avere la necessità di concentrarci maggiormente sulla produzione musicale e sulla ricerca delle strette relazioni fra audio e video.

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