Astoria

Attivo

Via Claudio Luigi Berthollet, 13, Torino, TO, Italia

Guarda sulla mappa > Website Facebook Instagram

>>> Intervista con Gabriele Guazzo fondatore dell’Astoria <<<

Composto da un cocktail bar al piano superiore e da un basement sotterraneo per le performance musicali, Astoria dal 2011 è una delle music venues più attive a Torino, con una programmazione di live e dj set che spesso evade le categorizzazioni più canoniche. Parliamo con Gabriele Guazzo, uno dei fondatori e attuali gestori di Astoria.

CF: Astoria è tra le poche music venues che si insediano in quello che è stato uno dei più grandi cambiamenti urbani degli ultimi anni a Torino: il quartiere di San Salvario. Da cosa parte quest’esperienza?

GG: Dopo cinque anni passati a mettere i dischi ai Murazzi come Xanax Party e a realizzare eventi e concerti in altri locali abbiamo deciso, (poco prima che venisse chiuso uno dei luoghi più suggestivi e alternativi della nostra amata città) di aprire uno spazio nel quale poter creare e gestire, in modo autonomo, contenuti musicali e culturali che altrove non avremmo potuto realizzare. San Salvario, in quel particolare momento storico, ci dette la possibilità di dar vita al nostro ambizioso sogno.

CF: Con il suo basement e una programmazione verso suoni molto indipendenti e anche di ricerca, Astoria è ora una delle music venues di riferimento a Torino, a che cosa si ispira?

GG: Astoria è nata guardando ai locali della grande mela e cercando di riprodurre un clima internazionale e cosmopolita tipico di New York. Da lì il nome di uno dei suoi quartieri più famosi. Astoria vuole essere innanzitutto uno spazio “domestico” dove poter scambiare idee ed esperienze sulla musica e le tendenze dell’oggi e del domani seduti sul sofà.
Astoria ha una duplice natura: se al pian terreno sorseggi un cocktail con gli amici, scendendo giù in cantina puoi dar sfogo alla tua sete di divertimento e ascoltare in un ambiente intimo e raccolto il meglio della musica alternativa nazionale e internazionale tra concerti e dj set. Analogamente, la programmazione musicale, nasce da un lato dai nostri personalissimi gusti musicali e dall’altro è volta a mantenere alta l'attenzione alle tendenze della musica del futuro.

Astoria Torino-010_by Antonio la Grotta 2019 for Club Futuro
Astoria Torino-005_by Antonio la Grotta 2019 for Club Futuro

CF: All’ingresso del basement di Astoria, c’è un impressionante wall con i nomi di solo alcuni degli artisti che sono passati da voi, come Grimes, The Giornalisti, Carl Brave e Franco 126, Vessel, Cosmo, Ex Otago, Luke Vibert, Shabazz Palaces, Ben UFO. Sicuramente una delle direzioni artistiche più attente della città, cosa rappresenta Astoria per Torino?

GG: Club come il nostro e (ahinoi) pochissimi altri, sono spazi unici di fruizione culturale e artistica che contribuiscono a fare di Torino una delle città più attente all’avanguardia (o almeno così speriamo che sia e che continui ad essere) del panorama nazionale.
La nostra tensione è sempre rivolta ad offrire al pubblico un'esperienza diversa, inaspettata.
Alcuni degli artisti su cui abbiamo puntato hanno dimostrato che il nostro coraggio, talvolta incosciente, ci ha spesso ripagati. Le nostre scelte, per qualcuno apparentemente azzardate, hanno avuto come principale scopo quello di indurre nuovi ascolti e aprire nuovi sguardi sulla musica contemporanea.

"Astoria vuole essere innanzitutto uno spazio “domestico” dove poter scambiare idee ed esperienze sulla musica e le tendenze dell’oggi e del domani seduti sul sofà"

CF: E qual è secondo te invece il ruolo delle venue medio-piccole a livello di industria musicale?

GG: Chiunque si esibisca su un palco come il nostro sa che la strada per arrivare a contesti cinque, dieci volte più grandi è ancora lunga (e faticosa).
Noi e poche manciate di altri club della penisola, in sinergia con diverse agenzie indipendenti, siamo veri e propri avamposti di offerta di musica emergente in Italia.
Per quanto ci riguarda, questo lavoro è frutto di un attento booking, di una promozione irriverente che evolve di anno di anno e di una costante ricerca musicale.
Crediamo che realtà come Astoria possano incidere sulle carriere degli artisti. Ne sono la prova alcuni dei nomi sul nostro wall all'ingresso del basement.

CF: E tra i vostri azzardi ci sono anche stati casi eclatanti e discussi: cosa vuol dire poter dare spazio anche a fenomeni musicali come Bello FiGo o Young Signorino?

GG: In un paese democratico chiunque dovrebbe sentirsi libero di prendere un microfono ed esprimersi, che piaccia o no, se rispetta la Costituzione. Oggi come oggi per questo ci sono youtube e altri canali digital che paiono apparentemente più agili nel garantire questa fondamentale libertà. La libertà d’espressione. Siamo stati molto attaccati per aver dato spazio a Bello Figo Gu e recentemente è successa la stessa cosa con Young Signorino. Ovviamente ce lo aspettavamo.
Bello Figo Gu, già famoso youtuber, ci fu proposto due o tre giorni prima del famoso diverbio che ebbe con Alessandra Mussolini in TV e divenne subito il nostro “eroe contemporaneo”. Perché non dare comunque spazio alla sua trasgressiva ironia? Il dato è che quasi ogni data di quello stesso tour fu cancellato a colpi di ordinanze e rinunce da parte degli organizzatori a causa di minacce di frange estremiste, xenofobe di destra (anticostituzionali?). Noi “sfidammo” estremisti da social e il concerto si tenne.
Young Signorino è un progetto diverso che ha ricevuto grande attenzione mediatica a seguito di una controversa intervista. La produzione del suo ultimo brano curata da una leggenda come Big Fish, uno che non sbaglia un colpo, è la dimostrazione del possibile talento dell’artista ed è esempio di un connubio audace tra l’espressione contemporanea e la qualità di un producer di lungo corso. Anche Young Signorino è stato oggetto di attenzioni particolari dei leoni da tastiera, in generale il fenomeno meriterebbe un grande approfondimento collettivo.

CF: Ti vengono in mente altri esempi di esperienze simili in Europa?

GG: Il nostro è un tipico club di matrice internazionale, non saprei farti degli esempi specifici ma sicuramente a Londra esistono diversi club simili al nostro in termini di struttura e scelta musicale. A Torino, nel multietnico quartiere di San Salvario, dal 2011 lavoriamo con le nuove generazioni e per le nuove generazioni affinché Astoria sia un punto di aggregazione del quartiere durante le ore serali e notturne, e lo facciamo attraverso club nights e gli artisti che proponiamo.

"realtà come Astoria possano incidere sulle carriere degli artisti. Ne sono la prova alcuni dei nomi sul nostro wall all'ingresso del basement"

Astoria Torino-011_by Antonio la Grotta 2019 for Club Futuro
Astoria Torino-012_by Antonio la Grotta 2019 for Club Futuro

CF: Quali sono le maggiori criticità e opportunità di questo momento storico per un club come Astoria?

GG: Criticità: Come al solito è fare economia. Sopravvivere senza gli sgravi derivanti dall’essere circolo o associazione culturale con la pressione fiscale italiana e tante altre difficoltà che ogni giovane imprenditore, non solo dell'entertainment, deve ogni giorno affrontare.
Opportunità: Sognare oggi giorno è difficile ma continuiamo a credere che far tesoro del nostro percorso e dei contenuti che abbiamo saputo creare e valorizzare possa essere un'opportunità di crescita ed evoluzione per noi, il quartiere, Torino e la musica emergente.

CF: Se potessi immaginare qualcosa di utopico come vedresti l’Astoria del futuro?

GG: Mi piacerebbe tornare all’idea che aveva dato vita alla realizzazione nel 2011, un club aperto 24h 7/7, dove si possano fare cose molto diverse tra loro a seconda dell’orario: sorseggiare un caffè e leggere il giornale al mattino, fermarsi a bere una birra nel pomeriggio, vedere un concerto e ballare la sera scendendo pochi gradini e perché no a giorni alterni vederlo trasformarsi in luogo di offerta di arte a 360 gradi, un hub culturale. In questo momento è utopia (non solo a Torino) perché la spesa in cultura, quando le economie domestiche sono precarie e ristrette, è tra le prime ad essere sacrificata. L’accesso alla cultura in Italia dovrebbe avere molti più incentivi da parte degli Enti pubblici i quali dovrebbero allearsi con il privato coraggioso e lungimirante in una stretta sinergia virtuosa. Affinché ciò possa accadere a volte penso che dovremmo vivere in un altro Mondo, in una società più aperta e disponibile alla sperimentazione, all’inedito. Una società (e quindi anche ad una politica ed economia) dedita a creare ed offrire a tutti e tutte maggiori opportunità di accesso all’arte e alla cultura.

Scopri altri Club di Torino (In Progress)