Riduzione del danno e safer space: cosa sono i Safer Night Goals.

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Safer Night Goals è il primo corso interamente online su riduzione del danno, uso di sostanze, gestione del conflitto, comunicazione interpersonale e prevenzione del sessismo rivolto a chi lavora nel mondo della notte. In questo articolo raccontiamo alcuni punti di riferimenti teorici e pratici che hanno ispirato questo percorso.

Da quando è iniziato il percorso di Club Futuro abbiamo continuato a ricercare pratiche che andassero a migliorare le dinamiche sociali e culturali della notte. Siamo andati a conferenze internazionali e mappato decine di progetti e realtà che affrontano queste tematiche da diversi angoli e framework teorici. Molto spesso ci siamo imbattuti in progetti di riduzione del danno e limitazione dei rischi, fortemente legati al concetto di safer space ed ai contesti di socialità e divertimento nella notte. Sono approcci oramai diffusi in moltissimi paesi, a vari livelli, dai rave illegali, ai festival musicali fino a progetti urbani di inclusione sociale. Pur conservando alcune differenze locali, presentano caratteristiche comuni a livello di output e di pratiche condivise, che abbiamo studiato e reinterpretato nel progetto Safer Night Goals in collaborazione con Neutravel.

Ma cosa sono effettivamente gli approcci di riduzione del danno?
Sicuramente il campo della riduzione del danno è uno degli elementi cardine alla base della creazione di spazi più safe, inclusivi e socialmente sostenibili soprattutto in relazione ai contesti della socialità, della notte e dell’uso di sostanze psicoattive.
La riduzione del danno e la limitazione dei rischi costituiscono un approccio, codificato nell’ambito dell’uso di sostanze psicoattive, che non considera l’astinenza e l’eliminazione del consumo come unici obiettivi possibili. In Italia è stato di recente – nel 2017 – inserito tra i lea (Livelli Essenziali di Assistenza) ovvero tra le prestazioni che il Servizio Sanitario Nazionale deve assicurare ai cittadini.
Nella riduzione del danno si mette al centro il benessere dell’individuo, e si cerca l’orizzontalità tra i rapporti per favorire l’emersione di richieste di aiuto. Seguendo il principio del peer support, ovvero del supporto fra pari, si intende facilitare lo scambio di conoscenza anche informali riducendo drasticamente barriere comunicative ed emotive che ci possono essere in relazioni ordinarie tra utente/paziente.
Nella pratica quindi gli approcci di riduzione del danno propongono azioni ed interventi che riducono la possibilità di incorrere in rischi o danni come causa diretta o indiretta dell’assunzione di sostanze psicoattive. Pratiche ricorrenti possono essere il drug checking, metodo per conoscere i principi attivi presenti all’interno delle sostanze che si vuole assumere, la distribuzione di materiale informativo su effetti di sostanze, la formazione, la creazione di aree chill out e di decompressione o la distribuzione di materiale sterile, preservativi gratis, ma anche earplugs, zuccheri, sali etc.

Questa serie di approcci si basa sul principio che l’impatto delle sostanze psicoattive (alcool e tabacco inclusi) su chi ne fa uso, non è completamente generalizzabile e prevedibile. Altri fattori extra-farmacologici influiscono infatti in maniera determinante. Quando si considerano gli effetti di sostanze psicoattive, si deve sempre infatti parlare di interazione tra set (personalità, preparazione, caratteristiche fisiche, aspettative ed intenzioni della persona che sta assumendo), setting (il contesto fisico, sensoriale, sociale e culturale dove l’esperienza prende luogo) e la sostanza che viene assunta (Hartogsohn, 2015).
Solamente considerando questa complessa interazione tra diversi elementi si potrà comprendere i possibili outcome di una determinata situazione in cui avviene l’assunzione di sostanze.

Un altro filone teorico che risuona con i concetti di safer space, set e setting, è la scuola di pensiero dell’environmental criminology che vede la problematica della criminalità come frutto di interazione tra il contesto (environment), vittima e offender. Episodi problematici notturni devono essere pensati come fenomeni situati nel tempo e nello spazio, dove un mix di caratteristiche possono facilitare o prevenire dinamiche come aggressioni, violenza e l’emersione di vulnerabilità.
Sono le caratteristiche del contesto fisico ma soprattutto sociale, culturale e relazionale che incidono sulla possibilità di avere uno spazio più o meno safe. Diversi autori hanno scritto su come stimoli visivi, architetturali, di ambiance, contenuti, drink promotions e prezzi abbiano un effetto su codici valoriali, aspettative e comportamenti di chi attraversa gli spazi della notte.

Riguardo il concetto di aggressività nella notte, già Miller (1942) aveva messo l’accento sull’importanza della frustrazione nell’emersione di comportamenti aggressivi. L’alcool è considerata una delle cause principali di episodi di aggressività nella notte. Secondo però la teoria dell’Attention-Allocation Model, l’alcool può agire in maniera dicotomica sulla manifestazione di atteggiamenti aggressivi. Un consumo acuto di alcool tende infatti solo a restringere il campo della nostra attenzione, che si andrà a concentrare sugli aspetti più salienti del contesto in cui ci troviamo. Situazioni più frustranti o percepite come ostili, faciliteranno l’emersione di violenza, altre invece andranno a prevenirla.
Entrambi i framework della riduzione del danno e dell‘environmental criminology, riconosco poi l’importanza di introdurre una lente di genere per osservare dinamiche relative alla notte, sostanze, vulenrabilità e rischio.
Sempre più ricerche dimostrano come donne e soggetti non binari siano le persone più esposte a violenza di genere, molestie ed episodi di sessismo nella notte. Questi episodi sono purtroppo non solo molto comuni, ma anche normalizzati e undetected.
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Nella ricerca condotta da Sexism Free Night emerge che il 74,8% delle donne ha paura di essere vittima di un’aggressione sessuale nei contesti del divertimento notturno. Mentre il 63,1% delle persone transgender o non binarie non si sentono al sicuro a lasciare un locale o un club sole di notte.
In un altro articolo abbiamo parlato di come l’approccio dell’Active Bystander possa servire a chi si trova in contesti di socialità per intervenire in situazioni di vulnerabilità, molestie o abusi.
Altre organizzazioni tra cui le Chemical Sisters a Torino, accendono i riflettori su come l’uso di sostanze sia sempre trattata dal punto di vista del genere maschile. La società patriarcale ed etero-normativa porta di fatto a maggiori rischi, disinformazione e minori tutele per donne ed identità non binarie nell’ambito dell’uso delle sostanze.
Ispirandoci a queste cornici teoriche abbiamo deciso di sviluppare i Safer Night Goals, un percorso formativo online rivolto a chi lavora nel mondo della notte e degli eventi. Il corso si ispira alle piattaforme di apprendimento MOOC (Massive Open Online Courses) e va a coprire argomenti fondamentali per costruire esperienze safer:
– Riduzione del danno nei contesti del divertimento, le sostanze ed i mix più comuni utilizzati.
– La gestione dei conflitti nella notte.
– Come riconoscere e gestire episodi di sessismo e violenza di genere.
– La comprensione delle normative vigenti.
Toccare tutte queste tematiche ed adattarle ai contesti notturni non è stato facile. I concetti di safer spaces e riduzione del danno nella notte suonano ancora nuovi in molti dei contesti di socialità notturna più comuni (come pub, locali e club). Nel corso abbiamo deciso perciò di usare un linguaggio il più diretto e fruibile possibile per rendere assimilabili in poco tempo tematiche molto complesse. I feedback fin qui sono stati positivi e abbiamo formato persone dal background differente: dai volontari dell’ultima edizione di C2C festival, a persone che lavorano in bar, locali e club, fino a supportare la campagna Fight For Your Right [To Party] lanciata da Equaly e ItaliaMusicLab contro il sessismo nelle music venues e nei party.
Durante il prossimo anno Club Futuro porterà i Safer Night Goals in giro per l’Italia e l’Europa.
Abbiamo già ottenuto richieste da locali e realtà in altre zone d’Italia e attraverso presentazioni e progetti ad hoc in partnership con festival, organizzazioni ed amministrazioni proveremo a facilitare la diffusione e l’adozione di approcci più safe e consapevoli nei contesti della notte!

Se sei interessat* a far parte di questo percorso contattaci a questo indirizzo: info@clubfuturo.org

References:
Giancola, P. R., & Corman, M. D. (2007). Alcohol and aggression: A test of the attention-allocation model. Psychological Science18(7), 649-655.
Hartogsohn, I. (2017). Constructing drug effects: A history of set and setting. Drug Science, Policy and Law3, 2050324516683325.
Miller, N. E. (1941). I. The frustration-aggression hypothesis. Psychological review48(4), 337.

Il progetto è stato sviluppato da Club Futuro e progetto Neutravel all’interno del percorso di ToNite del Comune di Torino cofinanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale del programma UIA – Urban Innovative Actions.